distruggere le proprie certezze con lo SKANDINAVIK MIXTUTE


Ci sono alcuni tabacchi che personalmente ho bollato come “infumabili” anche se altri li considerano buoni, se non addirittura eccellenti.

Nella mia personale classifica il premio per l’orrido va allo scomparso Savinelli Armonia. Era bellissima la sua busta, riportava in maniera davvero elegante parte della shape chart della casa; ma del tabacco al suo interno ho un ricordo quantomai sgradito.

Uscito di produzione l’Armonia è arrivato il Golf di MST, di cui girava voce fosse sostanzialmente lo stesso tabacco con un nuovo vestito. 

Lo comprai appena uscito ed ho trovato una miscela ben diversa dal Savinelli (aromatizzato alla ciliegia/amarena il primo, cioccolatoso il secondo) ma ugualmente lontano dal mio gusto. Può essere che forse la base di partenza fosse la stessa, ma sicuramente col cambio di nome c’è stato un cambio anche di condimento.

Qualche anno fa diedi al Golf una seconda opportunità, dato che sul web mi ero imbattuto in parecchi commenti positivi ed alcuni assidui fumatori lo davano migliorato. In molti lo osannavano come il tabacco popolare dalle qualità superiori. Ne presi una busta e mi deluse tanto quanto la prima.

Questa esperienza rafforzò le mie convinzioni. Se un tabacco non incontrava il mio gusto, inutile insistere… anche a distanza di tempo.


Poi succede che la mamma trasloca, e quindi devo portare via tutte le mie cose che ancora erano a casa sua, compreso un armadio pieno zeppo di tabacchi e sigari. Dal fondo di questo armadio saltano fuori alcuni Bormioli dimenticati da oltre 10 anni. Tra questi alcuni molto piccoli, di quelli che riescono a contenere forse 20g di miscela, avanzi di cose che ho aperto e mai finito. Tutti perfettamente conservati alla corretta umidità (San Bormioli).

Ne prendo uno, l’etichetta scritta a mano recita “SKANDINAVIK MIXTURE”. E’ stato il primissimo tabacco che ho fumato, ricordo pessimo sia delle prime esperienze sia del successivo tentativo di rivalutarlo a distanza di qualche tempo.

Decido di infliggermi una pena in ricordo di questi anni trascorsi. Carico in schiuma e mi sdraio in amaca con un buon libro. Dopo pochi minuti sono costretto ad interrompere la lettura perchè il mio cervello è impegnato a ragionare sul fumo.

E non è affatto male. Certo, alcune cose si confermano: E’ dolce, davvero dolce. Forse troppo dolce. Ed è leggero, davvero leggero. Forse troppo leggero. Però certamente non è la bestia infumabile che ricordo con disgusto.

Per oltre un decennio ho guardato quella busta sugli scaffali delle tabaccherie chiedendomi come diavolo facesse la gente a comprare certe porcherie. E dopo anni ero li a tirarci fuori una fumata più che soddisfacente.

Lo ricomprerei oggi? Forse no. Almeno non andrei con l’idea di prendere questo. Però era una busta che si trovava ovunque, anche nelle tabaccherie che non hanno mai visto un fumatore di pipa. Quando sono in giro e non ho nulla da fumare mi capita di entrare in quei posti e prendere quello che trovo (solitamente una scatola di toscano Garibaldi). Ecco, in quella situazione potrei prenderlo nuovamente.

A distanza di qualche giorno ripeto il copione, questa volta pesco un Bormiolino con scritto “MAC BAREN CUBE SILVER”. Ricordo quando lo presi che si trattava di un aromatizzato piuttosto apprezzato all’estero. Ricordo anche lui come un tabacco leggerissimo e molto dolce, ma di una dolcezza strana. Zuccherino come di marshmallow.

Allora non ero riuscito a finirlo neanche tagliandolo con abbondanti dosi di toscano sbriciolato. Oggi dico che non avrò difficoltà a finire la mezza busta che ho nel vaso.

Lo ricomprerei anche, come tabacco estivo. Ha una dolcezza davvero particolare, unica.


E’ evidente che nel corso degli anni qualcosa è cambiato. E non credo siano i tabacchi ad essere migliorati con l’invecchiamento. Sicuramente la mia tecnica di fumata è migliorata. Rimango un fumatore caldo ed umido, ma decisamente meno che allora. Questo probabilmente aiuta a rendere l’aromatizzazione estremamente spinta di questi tabacchi più gradevole e meno nauseante. Poi ho imparato, giocoforza, ad apprezzare le miscele scariche di nicotina. Allora ero un avido fumatore di toscani, sigari rudi nel sapore e che ti davano una non indifferente botta di nicotina. Oggi fumo molto meno, il mio organismo non regge più certe legnate (e mi dispiace, perchè il gusto del kentucky fermentato resta il mio preferito). Non nascondo di avere spesso conseguenze fastidiose quando cedo alla tentazione di prendere un bel fornellone e caricarlo a toscano sbriciolato.

Per cui quello che allora era un difetto, la leggerezza, oggi è un gran pregio perchè mi concede il rito di una fumata lunga e completa senza lo stordimento del Kentucky che ti prende a cazzotti nello stomaco.


Lezione del momento: i gusti son gusti, non ci piove! Ma ogni tanto è bene metterli in discussione. Le cose cambiano, e la sorpresa può essere dietro l’angolo. 



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