il metodo Armageddon


Moltissime delle mie pipe, forse la maggior parte, arrivano dai mercatini.

Quando iniziai ad interessarmi a questo mondo frequentavo dei forum (ai tempi erano solo 2) dai quali avevo tratto un’idea del tutto sbagliata sul come fosse giusto approcciarsi alle radiche usate prima di iniziare a fumarle.
Insomma, facendola breve, mi ero convinto che il famoso metodo Armageddon fosse un procedimento di pulizia estrema utile a riportare la pipa ad una condizione di resa in fumata il più possibile simile al nuovo.

Ma in cosa consiste questo metodo?

Si prende la testa e, dopo aver pulito accuratamente il cannello, si rimuove tutta la crosta fino ad arrivare al legno, si chiude il cannello con uno scovolino o due, si riempie il fornello di sale e si aggiunge qualche goccia di alcool alimentare (io uso del whisky) e si mette tutto a riposare ed asciugare un giorno o due.
L’alcool va a sciogliere gli ultimi liquami ed incrostazioni catramose rimaste che poi il sale andrà ad assorbire portandosi via odori e sapori rimasti intrappolati nel legno.
A questo punto si svuota e si valuta dal colore del sale se sia il caso o meno di ripetere la procedura. 

Ho sistematicamente usato questo metodo dapprima con le pipe di mio papà recuperate in soffitta (la cui crosta avevo grattato addirittura col Dremel) e poi per tutti i miei acquisti nei vari mercatini.
E l’ho fatto fino a poco fa; ad un certo punto ho smesso per alcuni anni di fare acquisti e la cosa mi ha permesso di fermarmi a riflettere sull'esperienza fatta fino ad allora e sulla resa delle pipe che avevo.

E’ vero si che questo sistema permette di cancellare qualsiasi traccia della precedente vita della pipa. Ma questo non per forza è un pregio.

Notavo che, non importa quanto “blasonata” fosse la pipa in questione, il risultato era sempre il medesimo: una pipa piatta che più piatta non si può. Ad un certo punto qualche dubbio è iniziato a venirmi: possibile essere sistematicamente deluso anche da marchi come Ascorti, Ardor, Charatan e Dunhill (solo per citare i più prestigiosi)?

Alcune ho insistito a fumarle esclusivamente per la loro bellezza, che si sa essere parte del piacere che l’appassionato trae dall'utilizzo di questi oggetti. Ecco allora con il tempo, in maniera esasperatamente lenta, si cominciavano ad aprire ed alcune sono divenute davvero buone.

Il problema è che questo non è un normale rodaggio - o meglio lo è -  solo che il risveglio da questo trauma richiede una quantità di fumate di gran lunga maggiore rispetto al rodaggio di una pipa nuova.

Il problema poi è ancor più evidenziato dal fatto che fumo poco ed ho molte pipe che mi piace utilizzare. Ciò significa che, se va bene, ciò che è stato sottoposto a questo trattamento ci metterà parecchi anni a riprendere una resa decente. Molte le ho addirittura accantonate definitivamente, non c’è stato questo gran feeling al tatto o tra i denti per cui ho deciso che non vale la pena insistere. Saranno pipe da tenere per il solo piacere della collezione.

Ho quindi deciso di smettere; mai più Armageddon se non in casi estremi. 

Da un annetto circa ho ripreso a fare qualche sporadico acquisto, ed ho quindi cambiato radicalmente approccio: un’accurata pulizia e lucidatura del bocchino non manca ovviamente, come una minuziosa pulizia del cannello con quantitativi industriali di scovolini abrasivi e whisky. Al fornello però do’ giusto una regolatina alla crosta, se si rivela necessario. Praticamente mi comporto esattamente come con le pulizie periodiche delle pipe che sono in rotazione. 

Ho così goduto fin da subito di alcuni acquisti recenti. Adesso però una Stanwell mi pone un dilemma: è una bulldog dritta, il mio shape preferito. Certo, è pliuristuccata e non ha un grande valore economico, ma la trovo perfetta per forma, proporzioni e dimensioni. Me ne sono innamorato a colpo d’occhio e vorrei proprio goderla a pieno da subito. Peccato che dopo 5 o 6 fumate a kentucky continua a presentare un problema quando la fumata è ormai quasi al termine. L’ultimo quarto di fornello brucia con un sapore stantio anche se il resto della carica, fino a quel momento, è stato buonissimo fin dalla prima accensione. 

Cosa fare? Da un lato non vorrei continuare all'infinito ad avere questo saporaccio a fine carica, ma dall’altro mi trattengo dal riempirla di sale perché non vorrei nemmeno dover passare decine e decine di fumate piatte nella speranza di vederla, forse e chissà quando, tornare al suo splendore.

Vorrei solo la mia bella bulldog, in perfetta forma, il prima possibile!

Credo le concederò ancora un paio di cariche a Toscano sbriciolato dopodiché, se non sarà riabilitata, mi dovrò rassegnare a mettere in atto il metodo Armageddon.

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